Rispolveriamo il blog con un nuovo articolo dedicato alla mia già preannunciata e disagiatissima partenza in terra britannica. A fare cosa, a lavorare da Starbucks? Non ancora, ma la mia attuale coinquilina già l’hanno presa.
No vabbeh, in realtà sto facendo un tirocinio presso la testata giornalistica L’ItaloEuropeo (se spizzate trovate pure i miei articoli) e ho colto questa occasione per trasferirmi, visto che opererò sul campo londinese. E l’occasione è buona pure per ricominciare a scrivere sul blog, data la mia prolungata assenza causata dal fancazzismo post-lauream.
Ciancerie a parte, dichiaro qui fondata la rubrica speciale “Tutti gli orrori di Tesco e oltre” in cui narrerò le mie vicende di questa monarchica trasferta (sperando vivamente che non vada a puttane dopo le prime puntate, come suole accadere a tutti i reality italiani).
No, questa non è una rubrica culinaria, anche se sarebbe divertente. Sfrutterò il logo e la nomina di questo supermarket dalle proposte improponibili solo perché ogni volta che vi entro finisco esattamente come il buon vecchio Dante: persa nei gironi infernali, ma colma di sublime ispirazione.
È incredibile e mistica l’esperienza che ogni volta riesce a darmi Tesco, soprattutto in quanto italiana. Non che io sia una branda in cucina, anzi.. ma le cose assurde che si trovano da Tesco, veramente, ogni volta mi lasciano di stucco. Eccovi alcuni esempi prettamente illustrativi:
Di certo, la mia avventura londinese non si limita a questo. I primi giorni sono stati ricchi di eventi, personaggioni e frequenti WTF, ma su questa parte mi dovrò soffermare meglio, con un articolo degno di tanto squilibrio.
Per il momento vi lascio con questa breve, ma intensa galleria degli orrori. Il viaggio è appena iniziato, vi aspetto con la seconda appetibile parte: “Di squatters e altrettanto affidabili ostelli”, dedicata al mio soggiorno al N°8 di Willesden e a tutte le assurdità che vi ho incontrato.
To be continued..