Tutti gli orrori di Tesco e oltre: ranocchi pugliesi ed esaurimenti nervosi (Parte 3)

Ma che pensavate davvero che sarei stata coerente e puntuale con gli aggiornamenti del blog??

A5Qe7Na

Chi mi segue da tempo, ormai sa che non bisogna mai dare fiducia ai miei propositi. Comunque, questa volta almeno, la mia negligenza ha una causa ben precisa e sta nell’attività di tutoraggio che ho svolto per quattro settimane ad una classe di studenti pugliesi.

Si, avete letto bene. Io, che odio il mondo e qualsiasi attività che comporti muovere il culo, ho avuto la responsabilità morale e legale di questi adolescenti dell’estremo Sud per circa un mese, potete quindi immaginarvi come sono arrivata alla fine di questo intenso periodo:

eGhxdjg4MTI=_o_is-jack-nicholson-certifiably-crazy

Ma non è questo lo scopo dell’articolo (chi mi segue da tempo sa pure che sono eccellente nell’arte del divagare): questo è un piccolo commiato riguardante la mia esperienza da pastorella con il suo gregge, con tanto di scleri, esaurimenti, tentativi di corruzione, ma soprattutto, tanta soddisfazione.

Facebook-20150914-095739

Manco a dirlo, mi confondevo fra loro.

Tutto questo perché il primo gruppo, è risaputo, non si scorda mai ed è giusto ricambiare tutto l’affetto che mi è stato trasmesso con un post del mio blog, essendo cresciuta pure io attraverso questa esperienza di allevamento.

All’inizio, la mia faccia era questa:

20150824_120021

Bella voglia di alzarsi tutte le mattine alle sette e fare un’ora e mezza di bus..

Ma presto siamo diventati così:

Daje Matteo che prima o poi i marò ce li ridanno!

IMG-20150918-WA0006

IMG-20150908-WA0009

Questo mese è stato molto intenso, e per me accompagnare questi piccoli giornalisti alla scoperta di una città che all’inizio li spaventava, sequestrando cellulari, urlandogli contro, esprimendogli quotidianamente la gioia che provavo nei loro confronti con frasi del tipo “Che palle, già siete arrivati?”, “Che bello, sabato e domenica non vi vedo.”, “Vi odio.”, “Non sapete neppure copiare!”, insomma, alla fine è stata un’esperienza formativa pure per me e le soddisfazioni che mi hanno dato questi piccoli mostri sono state davvero tantissime.

Screenshot_2015-09-18-22-14-23Senza sprofondare nel melenso, visto che devo mantenere la mia dignità di persona cattiva, ne approfitto per ringraziare uno ad uno i miei piccoli mostri, con l’augurio che questa esperienza resti nei loro cuori, blah blah, pizza e fichi, mandolino, ma che soprattutto mi ospitino presto in Puglia a mangiare taralli (in ordine alfabetico che sennò poi litigano):

ROBERTA: Lo so che a Londra ti sei subito trovata nel panico per il fatto del braccialettino, ma vuoi mettere quello che hai guadagnato da tutto il resto??

ENRICA: Scusa se ti abbiamo fatta svenire al Museo dell’Anatomia, comunque hai guadagnato punti quando ti sei resa conto che canticchiavo Bon Jovi, sappilo.

MARIA PIA CURIELLO : Ok, all’inizio ero un po’ pessima perché non mi ricordavo mai che facevi parte del nostro gruppo, però dai.. alla fine il gossip ci ha unite!

NATALIA: “Povera Italia!!” Eh già Naty, questa frase ormai me la sento sempre nelle orecchie, con la tua stessa vocina!

FRANCESCO: Zitto zitto Franceschino, pensavo fossi un signore, e inveeeece.. birboncello birboncello!!

MICAELA: Eri partita come quella che credeva meno in se stessa, invece alla fine hai sbaragliato tutti, grandissima!

DANIELE: Cioé, vabbeh, con te avevo trovato un fratello. Come faccio adesso senza nessuno che mi accompagna da Chanel?

MARIA PIA LOPRIORE: E adesso i selfie numero 1, 2, 30.000 dove te li fai?? Nel bagno della scuola?? Bella de casa!

RITA: Raggio di sole, con te avrò scambiato tipo dieci parole, ma è l’essenza che conta. E alla fine pure tu ci sei riuscita!

MARIA RITA: Alla fine l’hai vinto il biglietto dell’Expo con l’estorsione del tuo fidanzatino?? Mica servono a così tanto questi maschi..

ROSITA: Coooome era bella Rositaaaa, di bianco vestita, più bella che maaaai.. questa è la canzone! Rosita-Rino Gaetano

FRANCESCA: La nostra grande fotografa! Che all’inizio mi piangevi pure.. non è che ti avevo spaventata io??

MATTEO: Il teologo del gruppo, l’efficienza fatta a persona.. stai tranquillo comunque, vedrai che i marò ce li ridanno!!

CATALDO: Avrei così tante cose da dire sul tuo conto che non basterebbe un articolo, ma dirò solo grazie per le cartine!!

FABIOLA: Non ho mai capito se con quegli occhietti vispi tu mi stessi psicanalizzando o cosa.. sempre nel cuore comunque!

Mo’ basta che mi sono rotta. Tutto il resto è noia.. a presto ragazzi!!!

IMG-20150918-WA0000

Tutti gli orrori di Tesco e oltre: di squatters e altrettanto affidabili ostelli (Parte 2)

Eccoci alla seconda puntata delle mie cronache di vita londinese. Sono già passati venti giorni dal mio bizzarrissimo arrivo e ancora non riesco a capacitarmi di come possa essere sopravvissuta ad una così incredibile successione di eventi.

Vi avevo lasciato la scorsa volta con un piccolo teaser riguardo un certo ostello, il N°8 di Willesden che non è affatto, come ben si potrebbe immaginare, fico e organizzato come appare nel sito: mi limito solamente a descriverlo come “al limite del legale”, in quanto situato in uno dei quartieri più ghetto di Londra e popolato, ovviamente, dal disagio intercontinentale.

Essendo io un personaggio altrettanto disadattato, posso ammettere di essere sopravvissuta senza marchi permanenti. Aggiungo alcune foto che ne ritraggono l’ambiente palesemente ispirato ad una comunità di Caracas:

Vista con spacciatori.

Vista con spacciatori.

Australiani privi di scarpe e dignità che bevono birra ad ogni ora.

Australiani privi di scarpe e dignità che bevono birra ad ogni ora.

Grandi conversazioni sul senso della vita.

Grandi conversazioni sul senso della vita (quello in cannottiera si chiama Cody e una volta mi ha offerto una birra).

A parte l’aria da centro sociale, posso ammettere di non essermi trovata male. Ho conosciuto un botto di personaggi assurdi, uno meno raccomandabile dell’altro, ma comunque ognuno di loro era interessante a suo modo: c’era la spagnola che non mi lasciava dormire la notte perché ogni cavolo di volta faceva entrare random la sua amichetta zoccola indiana, l’altra mia compagna di stanza palesemente crackomane che solo dopo quattro notti ho capito fosse pure lei italiana, i ragazzi della gestione tutti tutti tutti (a parte la manager vichinga e il buttafuori giappo) italiani, gli spagnoli che stavano tutto il giorno a fare gli attrezzi in palestra e mortacci loro manco mi hanno aiutato con le valigie, il mio compatriota toscano Marco il fotografo che mi ha pure ritratta per un suo progetto come una vittima dell’olocausto, italiani su italiani venuti per cercare lavoro, squatters con tanto di occhi bicolori e tatuaggio sul collo, gente indefinibile che mi ha insegnato a lanciare le freccette, etc.

Si, la fauna era abbastanza variegata e soleva radunarsi intorno all'unica forma di evasione dalla follia: il biliardo.

Si, la fauna era abbastanza variegata e soleva radunarsi intorno all’unica forma di evasione dalla follia: il biliardo.

Fra questi allegri bricconi ho avuto la fortuna di trovare le mie attuali coinquiline verso ciò che è diventata adesso la dimora del Wembley Shore, ossia Chiara e Giovanna. Insieme a loro ho trovato casa nella vivacissima zona di Neasden, celebre per i suoi kebabbari e le sfuggenti donne col burqa.

L'ingresso del Wembley Shore, con tanto di muratore rumeno della casa accanto.

L’ingresso del Wembley Shore, con tanto di muratore rumeno della casa accanto.

Il delizioso giardino pieno di pokemon selvatici.

Il delizioso giardino pieno di pokemon selvatici.

La sottoscritta nella sua attività più produttiva.

La sottoscritta nella sua attività più produttiva.

L'aspirapolvere da me ribattezzato "Franco".

L’aspirapolvere da me ribattezzato “Franco”.

Una delle mie cene più salutari.

Una delle mie cene più salutari.

La convivenza al Wembley Shore procede bene attualmente, dato che non sono ancora fuggita. Pure in questo caso mi ritrovo circondata da italiani e di conseguenza, il mio livello di inglese resta tutt’ora quello di Matteo Renzi, ma comunque, non posso lamentarmi: da come avevo programmato questa britannica trasferta, le mie probabilità di sopravvivenza erano quelle di pedone a GTA e oltretutto, il nostro coinquilino barese lavora da Caffè Nero.

E sapete cosa significa?? DOLCETTI A VOLONTÀ!!!

Sapete cosa significa?? DOLCETTI A VOLONTÀ!!!

To be continued..

0

Tutti gli orrori di Tesco e oltre: le mie cronache di vita londinese (Parte 1)

Rispolveriamo il blog con un nuovo articolo dedicato alla mia già preannunciata e disagiatissima partenza in terra britannica. A fare cosa, a lavorare da Starbucks? Non ancora, ma la mia attuale coinquilina già l’hanno presa.

No vabbeh, in realtà sto facendo un tirocinio presso la testata giornalistica L’ItaloEuropeo (se spizzate trovate pure i miei articoli) e ho colto questa occasione per trasferirmi, visto che opererò sul campo londinese. E l’occasione è buona pure per ricominciare a scrivere sul blog, data la mia prolungata assenza causata dal fancazzismo post-lauream.

Ciancerie a parte, dichiaro qui fondata la rubrica speciale “Tutti gli orrori di Tesco e oltre” in cui narrerò le mie vicende di questa monarchica trasferta (sperando vivamente che non vada a puttane dopo le prime puntate, come suole accadere a tutti i reality italiani).

Eh si, perché noi italiani teniamo molto al cibo. E giudichiamo un paese sostanzialmente in base a questo.

Eh si, perché noi italiani teniamo molto al cibo. E giudichiamo un paese sostanzialmente in base a questo.

No, questa non è una rubrica culinaria, anche se sarebbe divertente. Sfrutterò il logo e la nomina di questo supermarket dalle proposte improponibili solo perché ogni volta che vi entro finisco esattamente come il buon vecchio Dante: persa nei gironi infernali, ma colma di sublime ispirazione.

È incredibile e mistica l’esperienza che ogni volta riesce a darmi Tesco, soprattutto in quanto italiana. Non che io sia una branda in cucina, anzi.. ma le cose assurde che si trovano da Tesco, veramente, ogni volta mi lasciano di stucco. Eccovi alcuni esempi prettamente illustrativi:

Un allegro e quanto mai salutare marshmallow inbarattolato.

Un allegro e quanto mai salutare marshmallow inbarattolato.

Un altrettanto salutare barattolo di spaghetti accuratamente tagliuzzati.

Un altrettanto salutare barattolo di spaghetti accuratamente tagliuzzati.

Mortadella di pollo con manzo e paprika??

Mortadella di pollo con manzo e paprika??

La Kraft e le sue diavolerie oltremanica: roba da salmonella.

La Kraft e le sue diavolerie oltremanica: roba da salmonella.

L'immancabile SPAM.

L’immancabile SPAM.

Succo di noccioline??

Succo di noccioline??

Olio di cocco, mi pare giusto. Visto che quello di palma fa venire il cancro, con questo te la cavi via trombosi.

Olio di cocco, mi pare giusto. Visto che quello di palma fa venire il cancro, con questo te la cavi via trombosi.

Bestie di Satana.

Bestie di Satana.

Bestie di Satana supersayan di quinto livello.

Bestie di Satana supersayan di quinto livello.

Riso soffiato imbevuto di marshmallow. L'ideale per bloccarti le arterie.

Riso soffiato imbevuto di marshmallow. L’ideale per bloccarti le arterie.

Wurstelini in salamoia. HANNO TUTTO IN SALAMOIA, PURE I BAMBINI CRISTODDIO.

Wurstelini in salamoia. HANNO TUTTO IN SALAMOIA, PURE I BAMBINI CRISTODDIO.

Il collegamento diretto con Lucifero, ossia la cosa più simile che ho trovato al parmigiano.

Il collegamento diretto con Lucifero, ossia la cosa più simile che ho trovato al parmigiano.

Di certo, la mia avventura londinese non si limita a questo. I primi giorni sono stati ricchi di eventi, personaggioni e frequenti WTF, ma su questa parte mi dovrò soffermare meglio, con un articolo degno di tanto squilibrio.

Per il momento vi lascio con questa breve, ma intensa galleria degli orrori. Il viaggio è appena iniziato, vi aspetto con la seconda appetibile parte: “Di squatters e altrettanto affidabili ostelli”, dedicata al mio soggiorno al N°8 di Willesden e a tutte le assurdità che vi ho incontrato.

Se non ho vissuto in un centro sociale, ci sono andata parecchio vicino.

Se non ho alloggiato in un centro sociale, ci sono andata parecchio vicino.

To be continued..