Le mie 10 confessioni inconfessabili

Mi ero posta come obbiettivo dopo gli esami di essere più produttiva. Ieri notte, presa dalla mia sindrome di “buttiamoci sul letto col tablet e scrolliamo roba random che non voglio pensare a niente” mi sono ritrovata a stare DUE ore sul sito delle Monster High (delle bamboline-mostrine-simil-Bratz che vanno di moda adesso fra le regazzine) a leggermi tutte, e dico TUTTE le biografie dei vari personaggi, compreso lo spin off di Ever After High (le bamboline delle fiabe): dopo tale perdita di tempo mi sono resa TROPPO conto di aver raggiunto l’apice del fancazzismo.

Una chiusa

Una chiusa

Questa è solo una sciocchezzuola rispetto alle 10 confessioni che vi illustrerò di seguito nel mio nuovo articolo.

1) Il mio fetish per gli ABBA.

Chi mi conosce già lo sa. Sarò pure una fanatica dei grandi eroi del rock dai Rolling Stones, ai Led Zeppelin, ai Pink Floyd e via discorrendo, ma se volete vedermi strillare in lacrime come una checca isterica, con tanto di balletti e mossette ultrafrocie, l’unico modo per privarmi così di tutta la mia dignità è quello di metter su la discografia degli ABBA. Da Dancing Queen a Super Trouper, il successo è garantito.

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2) Il mio ribrezzo verso le serie TV.

Ok mi piace il cinema, mi piacciono le storie intriganti, mi piacciono i personaggi cazzuti, però non c’ho davvero testa per stare dietro ad un’intera serie TV. Vi rendete conto di quanto cavolo di tempo occupa lo stare dietro ad una o più serie contemporaneamente? Non solo materiale (quando stai lì che guardi l’episodio), ma pure psicologico, lo stress che comporta l’attesa della nuova stagione, i finali aperti, l’incubo degli spoiler, il totale monopolio delle conversazioni. Se ne renderanno conto i vari fan di Game of Thrones, Doctor Who, Lost, Dexter e delle lesbiche del carcere: io personalmente non ce la faccio, è più forte di me. Datemi episodi autoconclusivi alla Malcolm in the Middle e The Big Bang Theory, ma tenetemi alla larga da dottori matti, tizi medievali, spacciatori col cancro e tutti i vari colleghi, a meno che non siano l’Agente Cooper di Twin Peaks.

Però lui è figo

Però lui è figo

3) La questione dei cattivi.

Qualche giorno fa, mentre guardavo Barry Lyndon di Stanley Kubrick, oltre ad apprezzare la meravigliosa fotografia, le ambientazioni, i costumi e blablabla, mi sono ritrovata inspiegabilmente, per tutta la luuuunghissima durata del secondo tempo, a tifare per il figliastro piagnucolone dello sfrontato protagonista. Si, Lord Bullingdon, quello sfigato con il complesso di Edipo. Un personaggio che non ha NIENTE di positivo, che lo vedi e subito pensi “Va beh, fa bene Ryan O’Neal a scoparsi sua madre e a dargli le bacchettate, guarda che coglione!”. Non so come sia possibile, ma nonostante ciò l’ho classificato come il mio personaggio preferito di tutto il film.
Io ho un problema con i cattivi. O sono ultranegativi, da rasentare i livelli di Hitler, o non mi piacciono. È facile apprezzare i cattivi d’eccellenza come il Joker, Loki, Voldemort o Malefica: io li voglio totalmente subdoli, che li calceresti in bocca. A Darth Vader preferisco Jabba the Hutt, al colonnello Hans Landa il maggiore Dieter Hellstrom, ma soprattutto, a Scar preferisco il trio delle iene.

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4) Harry Potter.

Non sono mai andata oltre il quinto libro. Però ho letto Tre metri sopra il cielo e pure il seguito.

Aoh, che giudicate! Avevo 14 anni!!

Aoh, che giudicate! Avevo 14 anni!!

5) My very first song.

Una canzone dei Beatles? Oh bella ciao? Qualche ballata di De André? Niente di tutto questo. La prima canzone che io abbia imparato a memoria, alla misera età di quattro anni, fu l’inno della Roma, insegnatami con cura e devozione da una madre giallorossa.

Forza Rooomaaaa.. Forza lupiiiii..

Forza Rooomaaaa.. Forza lupiiiii..

6) La mia infanzia hipster.

Il sogno di ogni bambina era quello di fare la dottoressa o l’estetista. Quali fossero le mie aspirazioni all’età di otto anni le trovate in questo video.

7) Amori impossibili.

In prima elementare mi innamorai di una maestra. Quando lo confessai ad un mio compagno, questi mi strillò contro che ero lesbica (come cavolo facesse a conoscere quella parola in prima elementare, ancora me lo chiedo) e io, cosa facilmente comprensibile all’epoca, ci rimasi molto male. Da quel giorno mi imposi che dovevo trovare per forza qualcuno che mi piacesse, per non farmi più schernire dall’omofobo compagno e la scelta ricadde su un personaggio molto seguito nella prima serata degli anni novanta. Aveva la barba, tirava i calci ed era molto mascolino, nessuno avrebbe potuto più giudicarmi.

Ero seria, volevo sposarlo

Ero seria, volevo sposarlo

8) La mia settimana fascista.

Una volta in prima superiore mi incazzai così tanto con mio padre (comunista dichiarato) che per ripicca mi finsi fascista per un’intera settimana, portandogli addirittura i volantini di Forza Nuova. L’unica volta che l’ho visto così deluso in vita mia è stato con il fallimento del governo Prodi.

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9) Il mio anno da vegetariana.

Qua lo metto per iscritto anche se era piuttosto palese che non ci credessi davvero. Quando sono diventata vegetariana (una delle scelte più masochiste che io abbia mai fatto dopo l’iscrizione alla facoltà di Lettere) l’ho fatto solo perché lo era pure Paul McCartney. Sticazzi degli animali, infatti dopo un anno ho smesso.

Fanculo Paul

Fanculo Paul

10) Da adolescente ero bona.

Stop bombing GAZA: chi ci pensa ai regazzini?

La sessione estiva di questa mia atroce carriera universitaria è finalmente giunta a termine. Si apre dinnanzi a me un appetibile scenario di scrittura tesi, probabile morte di calore e rodimento di culo verso le persone già in vacanza.
In tutto questo, sarò però in grado di aggiornare il mio non-blog più frequentemente (o almeno, si spera). Per festeggiare eccovi qua un nuovo freaky comic!

regazzini

Ne approfitto pure per spammare un po’ la mia pagina Facebook. Per chi non lo avesse fatto, mipiacciate!

Che aspetti? Clicca e metti il like!

fassinalikes

Ginny era così contenta per aver raggiunto i 100 likes che ha persino baciato Civati!

100likes

My frangia in salsa POP: storia di una religione

Tutte le portatrici di frangia sulla faccia della terra hanno delle specifiche divinità da osannare e da imprecare quando la suddetta zazzera non se ne sta al proprio posto (ovvero, quasi sempre). Le più tradizionali si ritroveranno a bestemmiare ore davanti al piùcchepperfetto caschetto della sublime Louise Brooks, ma in generale tutti i soggetti frangiadotati hanno sperato, fra le lacrime del primo shampoo post parrucchiere, di apparire almeno una volta come la dea suprema Mia Wallace.

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Le origini della mia frangia risiedono negli anni Novanta. Erano gli anni delle terribili zazzere phonate alla Beverly Hills 90210, ma la mia cara zia riusciva in ogni caso, fra pianti isterici e fronti ustionate, a farmi sembrare Laura Palmer sotto effetto di anfetamina.

Solo più tardi apprezzerò i tentativi di Zia Cinzia

Solo più tardi apprezzerò i tentativi di Zia Cinzia

Da quella traumatica esperienza sono uscita con un’adolescenza priva di frangia (tranne qualche accenno di scalatura “da una parte”, ma ciò non è classificabile). La mia fronte alta, troppo a lungo celata, veniva esposta con orgoglio fra i capelli dorati, quasi potesse sprigionare forza dalla lucente cute.
Le mie credenze giovanili vennero però, con la raggiunta maturità, smentite. Poteva un’ingenua e nevrotica fanciulla cresciuta con il mito degli anni Sessanta sfuggire al persistente richiamo della zazzera beatlesiana?

To cut or not to cut?

To cut or not to cut?

Ovviamente no. Anche perché nel frattempo mi era calata una cifra la vista e fui costretta a munirmi di occhiali.
La miopia è una delle più fastidiose maledizioni che possano abbattersi sulla vita di una persona, poiché la rende tremendamente vulnerabile e costretta ad un esistenza di schiavitù verso occhiali o lenti che siano. Io le lenti non le so mettere, ci ho provato millemila volte spalancandomi gli occhi con i rimedi più brutali, fra i quali mancava solo l’apparecchio di Arancia Meccanica, ma il risultato è ancora oggi lo stesso: l’esilarante stupore di chi non riesce a credere che una laureata non sappia cimentarsi in un gesto così comune.
Fu così che nacque la più travagliata delle mie relazioni sentimentali, quella con la montatura più pesante che potessi trovare e che, ovviamente, era l’unica a starmi bene.

Velma-Dinkley

Portare gli occhiali con la fronte scoperta ne evidenziava ancora di più l’ampiezza, ma ancor più forte era in me il timore di essere paragonata all’occhialuta Velma di Scooby Doo, o ancor peggio all’insopportabile Arisa. Poi mi resi conto che tanto la gente mi ci paragonava comunque e fu così che presi la solenne decisione di tagliare.
Come statisticamente rilevato dagli innumerevoli studi effetuati sui soggetti insoddisfatti, neppure il mio parrucchiere riuscì a gratificarmi: la frangia c’era, ma qualcosa strideva nell’azzardato caschetto alla Brian Jones cui tanto avevo aspirato.

Sembravo Eric Idle

Sembravo Eric Idle

Non riuscivo assolutamente a prendermi sul serio con quell’aspetto da Monty Python. Persino quel briciolo di femminilità che mi era rimasto se ne era andato allegramente alle Bahamas.
E poi.. lei mi apparve. Gnocca e trasgressiva, femminile anche con la sua biondissima chioma spettinata. Debbie Harry è stato il mio primissimo sogno erotico femminile, non potei che farmi crescere i capelli con la miserrima intenzione di imitarne lo stile.

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OVVIAMENTE, non le somigliai MAI, nel modo più assoluto. Però compresi che una frangia di quella lunghezza era terribilmente scomoda con la montatura dei miei occhiali. Mi armai di forbici da cucina e con molto coraggio tagliai fino al punto che nessun parrucchiere avrebbe mai osato..
Il mio obbiettivo era una frangia ultracorta da zeccona, così che non si scontrasse ogni santissima volta con le mie scomode lenti. Ciò che ne risultò effettivamente fu una frangia ultracorta da zeccona e a me piaceva una cifra, nonostante le continue sincopi e critiche da parte di tutto il mondo socialmente corretto.

Come mi sento con una frangia ultracorta

Come mi sento con una frangia ultracorta

Come mi vedono le persone con una frangia ultracorta

Come mi vedono le persone con una frangia ultracorta

Sono ormai un paio di anni che porto la frangia ultracorta e posso ammettere con sicurezza che è la cosa più comoda e gestibile che io abbia mai avuto. Non fa caldo, si pettina facilmente, non ti sbatte sugli occhiali, non ti lascia il segno dell’abbronzatura.. magari si, c’è da stargli un sacco dietro perché ogni mese la devi ritagliare, però basta prenderci la mano e persino ritoccarla può diventare una mania ossessivo-compulsiva.
Io ormai ne sono totalmente dipendente.

Adesso non mi chiamano più Arisa: sono passati a Noemi

Adesso non mi chiamano più Arisa: sono passati a Noemi

Almeno so già che invecchierò come lei

Almeno so già che invecchierò come lei